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Antonioni e la tetralogia dell’incomunicabilità: film d’autore al “Kino Armata” (25-28 aprile)

L’Ambasciata d’Italia in Kosovo e il Cinema “Kino Armata” di Pristina organizzano dal 25 al 28 aprile 2022 una retrospettiva sul regista Michelangelo Antonioni, tra i maestri più celebri del cinema italiano del Novecento. La rassegna è incentrata sulla cosidetta “tetralogia dell’incomunicabilità”, composta – tra gli altri – dai film “L’avventura” (1960), “La notte” (1961), “Il deserto rosso” (1964) e “Il Grido” (1957), tutti interpretati o doppiati da Monica Vitti, attrice e musa del cinema di Antonioni, recentemente scomparsa. Le proiezioni, in lingua originale con sottotitoli in inglese e albanese, iniziano alle ore 20.30 al “Kino Armata” e sono ad ingresso gratuito.

L’omaggio al maestro italiano si apre il 25 aprile con il primo capitolo della tetralogia, “L’avventura”, vincitore del Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes. L’opera, ispirata ad un evento realmente accaduto, la storia di una ragazza misteriosamente scomparsa nelle isole Eolie, è incentrata sulle vicende di un gruppo di borghesi romani: Anna, ragazza ricca e viziata; Sandro, giovane architetto; Claudia, amica di Anna. I tre protagonisti partecipano a una gita nelle isole Eolie, invitati sullo yacht di un ricco costruttore. Durante la crociera, il gruppo di gitanti sbarca su un piccolo scoglio, dove avviene un’accesa discussione tra Anna e Sandro, suo fidanzato. Con il sopraggiungere di un temporale, i gitanti si affrettano a tornare sullo yacht per ripartire ed evitare la tempesta, ma si accorgono presto che Anna è sparita. Claudia e Sandro, rimasti sullo scoglio per cercarla, scoprono di provare un sentimento nuovo che li unisce.

La retrospettiva prosegue il 26 aprile con la proiezione de “La notte”, pellicola vincitrice dell’Orso d’oro al Festival del Cinema di Berlino. I protagonisti del film, lo scrittore Giovanni Pontano e sua moglie Lidia, dopo pochi anni di matrimonio, avvertono che l’amore che li univa si è spento nel grigiore della monotonia e di una sempre crescente incomunicabilità. Durante la festa di un industriale, il quale vorrebbe offrire a Giovanni un’importante incarico, Lidia osserva suo marito corteggiare e poi baciare Valentina, la figlia dell’ospite, scoprendo di non provare alcuna gelosia.

Il terzo film proposto, il 27 aprile, è “Il deserto rosso”, vincitore del Leone d’oro al Festival del Cinema di Venezia. La protagonista, Giuliana, moglie di un ricco industriale, vige in uno stato di insoddisfazione e inadeguatezza verso l’ambiente che la circonda, che la spinge a tentare il suicidio. Il collega del marito, Corrado Zeller, attratto da Giuliana, cerca di aiutarla ad uscire dalla solitudine che l’affligge. L’apparente malattia del figlio di Giuliana, Valerio, che si rivela essere un tentativo del bambino di attirarne l’attenzione, getta la protagonista in uno stato di disperazione. Giuliana si reca dunque da Corrado, con cui ha ormai intrapreso una relazione e che è in partenza per la Patagonia.

La retrospettiva si conclude il 28 aprile con “Il Grido”. Il film costituisce il passaggio, nel percorso del regista italiano, da un periodo sperimentale ancora legato alle forme neorealiste a un periodo di piena maturità, in cui storia e personaggi assumono nuovi caratteri, più aderenti allo spirito irrequieto dell’uomo contemporaneo. Al centro del film c’è la figura di Aldo, abbandonato dall’amante e costretto a girovagare con la piccola Rosina, la figlia avuta dalla donna.