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Intervista dell'Amb. De Riu all'Agenzia “Nova”: "Sosteniamo integrazione UE del Kosovo ma serve impegno costruttivo"

Data:

08/12/2021


Intervista dell'Amb. De Riu all'Agenzia “Nova”:

L’Italia ha investito “in maniera ingente” sul Kosovo, anche dal punto di vista finanziario, per cui continuerà a sostenere lo sviluppo e l’integrazione europea del Paese da cui si aspetta un impegno “costruttivo” su riforme e dialogo con la Serbia. Lo ha dichiarato l’ambasciatore italiano in Kosovo, Antonello De Riu, in un’intervista ad “Agenzia Nova”. De Riu - tornato in Kosovo da ambasciatore a fine settembre 2021, dopo esservi stato come diplomatico per alcune missioni tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del Duemila - ha riscontrato una significativa evoluzione dal punto di vista socio economico compiuta in questo arco temporale dal giovane Paese balcanico, auspicando un maggior numero di visite all’estero da parte dei ministri kosovari anche al fine di fornire “un’immagine diversa” del Kosovo rispetto a quella legata al passato conflittuale. Il Kosovo sembra anche riuscito a gestire meglio di altri Paesi della regione la diffusione della pandemia del Covid-19, seppure bisogna continuare ad insistere sulle vaccinazioni visto che, al 4 dicembre, il 42,7 per cento dei cittadini risulta vaccinato con la seconda dose. La pandemia ha avuto un impatto anche sulle relazioni commerciali bilaterali tra Italia e Kosovo che, secondo l'ambasciatore, rimangono "nel complesso positive". “Secondo i dati provvisori dell’Istat - ha osservato De Riu -, nel primo semestre del 2021, l’interscambio commerciale tra Italia e Kosovo è stato pari a 100 milioni di euro, un incremento del 106 per cento rispetto al primo semestre del 2020. Nel 2020 l’interscambio bilaterale è ammontato a 133 milioni di euro, con una diminuzione del 9,9 per cento rispetto al 2019, diminuzione dovuta principalmente agli effetti della prima serrata nei due Paesi ed in Europa in generale. Certamente, quello economico è il settore dove la nostra cooperazione registra le prospettive di crescita più interessanti. E mi riferisco non solo all’incremento delle esportazioni e delle importazioni di beni quanto alla possibilità, per gli investitori italiani, di puntare sul mercato kosovaro, che presenta interessanti complementarietà con la nostra economia: penso alla tassazione favorevole, al costo del lavoro relativamente basso, alla presenza di manodopera giovane e qualificata”.

“Le sfide sono tante e impegnative”, ha proseguito l’ambasciatore rispondendo ad una domanda sulle riforme necessarie in Kosovo per progredire nell’integrazione europea. “Non si tratta solo di adeguare le proprie istituzioni e i quadri legislativi nazionali agli standard europei – ha spiegato -, ma di sposare e assimilare l’insieme di valori e princìpi che sono a fondamento dell’Unione europea. Alle riforme occorre poi affiancare un’efficace azione nella lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione, tematiche a cui – va riconosciuto – il governo guidato dal premier Albin Kurti ha riservato la priorità assoluta. Si tratta di una scelta non secondaria, in una regione dove criminalità e corruzione sono vere piaghe, che hanno costi sociali elevatissimi e provocano la sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni, allontanando al contempo aziende e investitori privati. Ovviamente, c’è poi l’altro grande tema, quello del dialogo con Belgrado, per il quale sono necessari significativi sforzi da entrambe le parti”, ha affermato l’ambasciatore De Riu parlando della necessità di un approccio “costruttivo” e “creativo” che per Pristina non significa rinunciare “al diritto inalienabile alla sovranità” ma dimostrare la volontà di un impegno concreto per risolvere la situazione. Rispondendo ad una domanda sulla riforma giudiziaria in Kosovo, l’ambasciatore ha evidenziato che “nell’ultimo report della Commissione europea, pubblicato ad ottobre, vengono riconosciuti alcuni progressi, ma anche la molta strada che resta ancora da percorrere in questo campo. Come in molti altri Paesi – ha affermato -, la pandemia ha rallentato i processi e nelle intenzioni del nuovo governo kosovaro ci sono progetti, come il cosiddetto vetting dei giudici e dei procuratori, su cui occorre approfondire la riflessione. L’esperienza italiana, così come avviene in Albania, può senz’altro essere messa a profitto, e in tal senso ci stiamo muovendo per alcuni programmi di assistenza con la nostra Guardia di finanza. Per la riforma più ampia della giustizia kosovara, i caposaldi restano gli standard europei e gli input della Commissione di Venezia”.

L’ambasciatore italiano a Pristina, nell’intervista ad “Agenzia Nova”, ha poi auspicato progressi per l’effettiva liberalizzazione dei visti per i cittadini kosovari nell’Ue. “È il nostro auspicio da tempo. Ed è anche quello della Commissione europea, che nel report di ottobre ha confermato il suo precedente assessment, chiedendo al Consiglio di riprendere la discussione sul tema. Vede, la liberalizzazione dei visti per i Paesi dei Balcani, lanciata nel 2008, è stato uno degli investimenti strategici più importanti che l’Unione europea abbia fatto nella regione negli ultimi 20 anni. Ha permesso alle società civili ed aziende dell’area di interagire liberamente con quelle europee e di dispiegare tutto il loro straordinario potenziale. È auspicio italiano che si possa ora completare quell’investimento strategico riconoscendo la medesima liberalizzazione anche ai cittadini kosovari”. Commentando poi l’iniziativa “Open Balkans”, che punta alla creazione di uno spazio di libera circolazione nella regione ma per il momento circoscritta a Serbia, Albania e Macedonia del Nord, De Riu ha evidenziato che la scelta di aderirvi è “una decisione sovrana delle autorità kosovare. In linea generale – ha precisato -, guardiamo positivamente ad ogni iniziativa che favorisca l’integrazione regionale; l’importante è che non escluda nessuno e non costituisca un’alternativa ad altri meccanismi di cooperazione regionale che incidono sugli stessi temi”.

L’ambasciatore ha poi risposto ad alcune domande sul ruolo di mediazione dell’Unione europea nei rapporti tra Kosovo e Serbia, anche alla luce della presenza di cinque Paesi membri – Spagna, Grecia, Cipro, Slovacchia e Romania – che non riconoscono l’indipendenza di Pristina. “Non c’è una posizione unanime, è vero, ma esiste senz’altro una posizione di amplissima maggioranza: il Kosovo è riconosciuto da 22 Paesi su 27 dell’Ue e la mediazione che Bruxelles sta conducendo, attraverso il Rappresentante speciale Miroslav Lajčák, gode del sostegno di tutti gli Stati membri, nessuno escluso”, ha affermato De Riu secondo cui “è essenziale guardare a questo percorso di riconciliazione con lungimiranza e spirito aperto. Il dialogo facilitato dall’Unione europea tra il Kosovo e la Serbia - ha detto l’ambasciatore - è un’opportunità di portata storica, che entrambe le parti devono ora seriamente cogliere, impegnandosi in buona fede nel processo e l'uno con l'altro per raggiungere un accordo finale che soddisfi i due i Paesi e i loro cittadini. Occorre in particolare che entrambe le parti evitino, prima e dopo gli incontri, la retorica che chiude lo spazio per i negoziati e limita il potenziale di cambiamento".

Secondo l’ambasciatore italiano a Pristina, inoltre, la recente “crisi delle targhe” ha dimostrato “quanto sia importante il ruolo dell’Ue e quanto lo sia il coordinamento con i principali partner tra cui l’Italia e le altre organizzazioni internazionali qui operanti, come la Nato con la missione Kfor. Quanto alla situazione di sicurezza al confine tra Kosovo e Serbia, ci riferiamo normalmente a un contesto stabile ma ancora fragile, dove piccole tensioni possono sfociare facilmente in incidenti. Anche in questo caso è difficile immaginare una stabilizzazione senza un accordo onnicomprensivo tra Pristina e Belgrado e la normalizzazione delle loro relazioni”. L’Italia, lo scorso ottobre, ha ceduto dopo diversi anni il comando della missione Kfor, affidato per la prima volta all’Ungheria. “L’attenzione italiana per il Kosovo e la regione resta invariata: ne è prova il fatto che il nostro contingente in Kfor non abbia subito alcuna variazione a seguito del passaggio di comando”, ha assicurato l’ambasciatore evidenziando che “durante quest’anno di guida ungherese il nostro Paese esprime il vice comandante, attraverso il generale di brigata Luca Piperni, e tornerà ad esprimere il comandante a partire dal prossimo autunno. Si tratta di un contributo strategico per l’Italia che, anche grazie al lavoro delle donne e degli uomini in divisa, gode di grande apprezzamento presso tutti gli interlocutori istituzionali e la popolazione locale”, ha concluso De Riu.

L'intervista sul sito web dell'Agenzia Nova


Luogo:

Roma / Pristina

Testata:

Agenzia Nova, 07.12.2021

Autore:

Valerio Palombaro

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